Competition
Rifugio Tommaso Pedrotti
Tosa San Lorenzo Dorsino - Tn
2021
Con Martino Stelzer
Dopo ore di cammino su cenge rocciose, conche nevose, ripidi gradoni e canali ghiaiosi si raggiunge il rifugio Pedrotti, saldamente incastonato come roccia tra le rocce di questo antico fondale triassico. Il volume in pietra naturale del rifugio compare alla vista dell’escursionista come un frammento di dolomia trasportato fin lì delle maree che ciclicamente invadevano l’enorme pianura fangosa quando le Dolomiti del Brenta erano un mare profondissimo, le cui acque hanno modellato valli, gole, pareti, canaloni e dato forma alle superbe guglie e ai maestosi pinnacoli. Il clima sul Brenta è variabile, le mattine estive sono spesso terse e assolate ma nel pomeriggio si alzano nuvole e nebbie che avvolgono le cime e confondono i passi; si rivelano fondamentali i punti di riferimento, i rassicuranti segni che orientano e indicano la direzione da seguire o che, emergendo improvvisamente tra la foschia, ci dicono che siamo finalmente arrivati alla meta. La proposta per la nuova sopraelevazione del rifugio Pedrotti sembra fluttuare tra le nebbie che avvolgono le rocce sedimentarie della Cima Tosa, si inserisce nel contesto di questo paesaggio dolomitico come una presenza tangibile e rassicurante, un volume in lamiera rossa saldamente appoggiato sopra la struttura muraria perimetrale del corpo di fabbrica originario del rifugio Pedrotti. Frugalità, essenzialità e leggerezza sono le qualità ricercate nella definizione della resa estetica dell’intervento, che si rifà alle forme della tradizione rurale trentina, ai masi che punteggiano le vallate circostanti il Brenta, dove solidi basamenti in pietra vengono coronati da strutture leggere in legno su vari ordini. Il tema costruttivo si risolve in soluzioni economicamente attente, il rapporto con la tradizione non si declina in una mimesi di forme ma attraverso una riscoperta qualità estetica della costruzione. Con un incremento di volumetria inferiore al 5%, l’intervento si differenzia minimamente rispetto alla forma del sottotetto attuale, e ne mantiene l’impianto a doppia falda.
Rifugio Tommaso Pedrotti
Tosa San Lorenzo Dorsino - Tn
2021
Con Martino Stelzer
Dopo ore di cammino su cenge rocciose, conche nevose, ripidi gradoni e canali ghiaiosi si raggiunge il rifugio Pedrotti, saldamente incastonato come roccia tra le rocce di questo antico fondale triassico. Il volume in pietra naturale del rifugio compare alla vista dell’escursionista come un frammento di dolomia trasportato fin lì delle maree che ciclicamente invadevano l’enorme pianura fangosa quando le Dolomiti del Brenta erano un mare profondissimo, le cui acque hanno modellato valli, gole, pareti, canaloni e dato forma alle superbe guglie e ai maestosi pinnacoli. Il clima sul Brenta è variabile, le mattine estive sono spesso terse e assolate ma nel pomeriggio si alzano nuvole e nebbie che avvolgono le cime e confondono i passi; si rivelano fondamentali i punti di riferimento, i rassicuranti segni che orientano e indicano la direzione da seguire o che, emergendo improvvisamente tra la foschia, ci dicono che siamo finalmente arrivati alla meta. La proposta per la nuova sopraelevazione del rifugio Pedrotti sembra fluttuare tra le nebbie che avvolgono le rocce sedimentarie della Cima Tosa, si inserisce nel contesto di questo paesaggio dolomitico come una presenza tangibile e rassicurante, un volume in lamiera rossa saldamente appoggiato sopra la struttura muraria perimetrale del corpo di fabbrica originario del rifugio Pedrotti. Frugalità, essenzialità e leggerezza sono le qualità ricercate nella definizione della resa estetica dell’intervento, che si rifà alle forme della tradizione rurale trentina, ai masi che punteggiano le vallate circostanti il Brenta, dove solidi basamenti in pietra vengono coronati da strutture leggere in legno su vari ordini. Il tema costruttivo si risolve in soluzioni economicamente attente, il rapporto con la tradizione non si declina in una mimesi di forme ma attraverso una riscoperta qualità estetica della costruzione. Con un incremento di volumetria inferiore al 5%, l’intervento si differenzia minimamente rispetto alla forma del sottotetto attuale, e ne mantiene l’impianto a doppia falda.